
«Essere sempre “Felice come una Pasqua” dev’essere un augurio, un dovere da rispettare e un obiettivo da raggiungere, al di là di tutto il resto!»
L’espressione letterale “Felice come una Pasqua” è un saggio consiglio e un invito allettante nello stesso tempo. Quindi, essere felici vuol dire anche essere allegri; e se si è allegri, perciò, vorrà dire sorridere; e se si sorride, a ogni sorriso si aggiunge un giorno alla vita. Il realista direbbe: ma un giorno cosa rappresenta rispetto alla durata media di decina di anni della vita!
Chiunque, invece, direbbe che giorno dopo giorno si formano le settimane; poi i mesi; e a seguire gli anni; e chi è disposto a sputare sul tempo che ci regalerebbe la vita? Senza contare sul fatto che, oltretutto per la prova transitiva, eravamo felici e che il tempo è la cosa più preziosa che abbiamo dopo la salute, in quanto non è barattabile ed è irrecuperabile.
Da altre parti direbbero “Felice come un re”. Tanti sono disposti ad affermare che un re conduca una vita agiata: essere serviti e riveriti, non fa vivere un’esistenza grama. C’è il dubbio, col beneficio di inventario, che forse sia solo una felicità di facciata e che l’apparenza incanti o inganni lo spettatore.
L’augurio di essere felici è rivolto a tutte le persone in generale per dimenticare brutti periodi di difficoltà, per sperare di mettere tutto il male alle spalle e per avere la speranza che la Santa Pasqua ci faccia voltare pagina e renda più leggera “la croce simbolica” che ognuno si porta sulle spalle, solo per il fatto di non vivere nella bambagia o sotto una campana di vetro, ma di vivere la propria normalità e con tutti gli annessi e connessi.
Caro lettore, convinciti che è Pasqua ogni volta che ti senti una persona nuova, ossia quando ti lasci alle spalle il tuo vecchio comportamento e opti per un rinnovamento totale dello stile e della condotta di vita. Perseverare nell’errore e nella staticità dei pensieri non dà la possibilità di cambiare rotta e, nello stesso tempo, non fa puntare più in alto.
Volendo essere migliori, le strade si trovano: sfruttiamo appena una piccola percentuale delle potenzialità del nostro cervello. Quali cose ci bloccano? La paura delle incognite del cambiamento; l’ancoraggio alle vecchie abitudini e la propensione a non accettare di vestire i panni di una persona diversa dalla precedente. Le novità possono causare disagi a chi è troppo metodico, ma dare tanta vitalità a coloro che sono lungimiranti e ottimisti.
Chi ci darebbe la forza del mutamento? La Pasqua, naturalmente, col suo messaggio di pace e di rinnovamento e la predisposizione al perdono. Durante la Quaresima tanti hanno inculcato il precetto di non mangiare carne, ma, poi, hanno dimenticato di astenersi, di limitare e di correggere le cattive abitudini e i difetti, quali la cattiveria, l’ingiustizia, l’invidia, l’indifferenza, l’odio … la vendetta.
Mi ha colpito un proverbio, che ritengo sempre attuale: con quattro “P” si fa Pasqua! Ossia: Purgatorio, Passione, Pace e Palma. Non è difficile a una mente aperta trovare attinenza tra le quattro parole suddette, sebbene Pace sia la più gettonata, in quanto dà più tranquillità, prosperità e sicurezza nel futuro.
Buona Pasqua e buona vita dall’autore Carmine Scavello.
P.S. Ai fortunati e avveduti possessori di una copia del mio ottavo libro pubblicato
“La parola ai pregi e ai difetti umani” consiglio che, per vivere bene, sereni e in santa pace, leggano almeno i seguenti capitoli: La felicità, La gioia, L’allegria, La dolcezza, La gentilezza, La passione e … La conclusione. Le frasi lette non stancano mai, non danno assuefazione e rinnovano come un’eco il messaggio che si impara a vivere felicemente vivendo, migliorando i pregi e correggendo i difetti.
Buona Pasqua e buona vita.