
La pazienza!
Siamo in tanti a volere e a pretendere tutto e subito senza avere la pazienza di aspettare, dimenticando che per nascere abbiamo dovuto attendere ben nove mesi, sacrificati nell’angusto spazio della placenta. Basterebbe andare dal contadino e chiedergli chi gli dà la pazienza di aspettare il giusto tempo per raccogliere i frutti del suo paziente lavoro.
Dobbiamo impegnarci pazientemente con tutte le forze per risolvere i problemi con i propri mezzi e le con le proprie capacità. Dio interviene solo in pochi casi se siamo in difficoltà, ma a patto di esserci impegnati al massimo. Non ci regala il Suo aiuto, senza la nostra collaborazione: ama le persone tolleranti e di buona volontà e sopporta i parassiti – in fondo son sempre figli Suoi – che si aspettano l’aiuto dal Cielo senza muovere un dito, come se tutto fosse dovuto. Però, a volte anche i Santi perdono la calma, quando si tira troppo la corda.
Nel malaugurato caso che si perdesse la pazienza, Francesco, il protagonista del mio nono libro dal titolo “Francesco, l’uomo che dava del tu alla vita”, nel corso della sua esistenza, avrebbe consigliato di:
- lasciar perdere e di non arrabbiarsi per futili motivi e senza senso;
- prendere tempo e contare almeno fino a dieci prima di reagire e agire;
- cercare di non essere troppo pignoli e far finta talvolta di essere ciechi e sordi, ma entro i limiti della decenza per non passare per fessi;
- rilassarsi e pensare ad altro;
- pensare alle conseguenze che potrebbero scaturire dagli scatti di ira;
- capire i motivi della perdita della pazienza e valutare se ne è valsa la pena di aver reagito in quel modo;
- inculcare il concetto che ogni azione richiede il suo tempo;
- affidarsi a San Camillo De Lellis che è il protettore della pazienza;
- convincersi che il mondo non è stato creato in un solo giorno;
- bisogna non augurarsi che la pazienza, messa troppo volte in gioco, diventi rabbia. Le parsone buone e pazienti, quando perdono la pazienza, diventano peggio dei peggiori cattivi.
Chiudo con una battuta del grande Totò di una scena di un suo film. Totò ne panni di medico gira tra i reparti dei ricoverati. Un paziente va in incandescenza, così Totò si rivolge a lui e gli dice:
Ma signor paziente, abbi pazienza perché se lei non ha pazienza che paziente è? Abbi pazienza!!!
Buona vita
Ah, sebbene gli esempi di soggetti pazienti siano tanti, ne cito qualcuno come il pescatore con la canna, il ragno … la mamma che ascolta i figli. Lascio a voi il compito di allungare la lista.