
A meno di rarissime eccezioni che confermano la regola, tutti i papà del mondo sono degni di appiccicarsi, come medaglia, l’etichetta di tale nome sul petto. Tu singolo lettore mi diresti con una punta di orgoglio che tuo padre è in assoluto il migliore della Terra; io, insieme agli altri lettori della lettera, ti rispondiamo che il nostro non era e non è meno importante del tuo.
Non l’affermiamo per vanità, ma solo per rendere onore alla sua figura di genitore, che ha lasciato un segno indelebile nella nostra memoria collettiva. In genere, i papà non impongono ai figli come vivere, semmai danno dei saggi consigli e intervengono solo se oltrepassano certi limiti. Però, essi stessi danno l’esempio, vivendo la loro vita e lasciandoli osservare mentre vivono.
Normalmente i papà ci fanno il più bel regalo solamente con la loro presenza e non solo quando serve. Non si comportano come un’ancora per trattenerci, né come un albero a vela per lasciarci liberi di veleggiare, ma come una bussola che ci faccia orientare nel mare della vita e soprattutto come un porto dove poter riparare in caso di mare grosso. Loro sono lì come tutte le Madonnine del Mare ad aspettarci per darci il benvenuto.
Tante volte gli amici hanno invidiato il mio papà, ma solamente per lodarne il comportamento; io, in quel momento, mi sono sentito orgoglioso di lui e l’ho ringraziato, in cuor mio, per aver fatto del suo meglio per la famiglia. Mi son detto che sarà capitato sicuramente ad altre persone sentire pronunciare quel complimento e ciò fa onore a tutti quei papà che rispettano il loro ruolo più per piacere che per dovere e soprattutto come guida morale e spirituale.
Purtroppo, c’è un proverbio antico che va nel senso opposto. L’ho sentito più volte proferire da certe vecchiette del rione che sapevano tutto di tutti e vedevano chiaramente i comportamenti di certi padri, che preferivano la cantina – luogo di incontro di beoni – al posto della bottega di artigiano o della campagna di proprietà o di mezzadria. Eccolo: “Quando il padre fa Carnevale, i figli fanno Quaresima!” In parole povere, il proverbio, sempre attuale, intende dire che se il padre non ha voglia di lavorare o scialacqua il patrimonio, i figli non potranno contare su di loro.
Se i padri seminano bene è naturale che i figli raccolgano buoni frutti e così solo i figli bravi saranno un domani dei bravi papà. Viene spontaneo ammettere che se i padri svolgono con coscienza, amore, passione e senso del dovere il loro ruolo, ne guadagnerà la società. I valori trasmessi saranno recepiti come valore aggiunto. In altri ambiti – lavorativi, commerciali e imprenditoriali – si vedranno buoni risultati, solo se chi comanda – e per di più amministra, gestisce – si comporta da buon padre di famiglia. L’esempio viene sempre dall’alto, altrimenti si direbbe che il pesce puzza dalla testa.
Buona e sentita festa per festeggiare, ricordare e onorare il proprio papà e buona vita dall’autore Carmine Scavello. Aggiungo l’augurio di Buon Onomastico ai familiari dei lettori che portano il nome Giuseppe e derivati.
A puro titolo informativo, nel mio quarto libro intitolato “I battiti dell’amore”, pubblicato nel 2015, ho dedicato a questa figura umana il capitolo “Un amore di papà”. Ne ho ancora delle copie a disposizione per arricchire il contenuto.