
Cari amici lettori, preparatevi a festeggiare la vostra mamma, che avete per sempre nel cuore, con queste semplici parole: Anch’io ti voglio bene … un bene grande così! Sono le stesse parole che Lei direbbe a voi figli!
Titolo della lettera: Mamma, anch’io ti voglio bene … un bene grande così!
Per scrivere la lettera di quest’anno in onore della Festa della Mamma mi sono ispirato alla canzone di Anna Identici, cantata al Festival di Zurigo del 1965 dal titolo “Un bene grande così” e dedicata alla figura sublime della mamma. Il testo è molto semplice e orecchiabile e fa entrare subito in empatia con la cantante, che l’ha interpretato egregiamente.
Mentre ero concentrato a scrivere codesta lettera mi è venuta in mente la mia cara mamma Bombina e mi ha illuminato.
Come in un sogno, lei mi ha chiesto: Mi vuoi bene?
E io: Sì.
Lei: E quanto?
E io: Tanto!
Lei: Tanto quanto?
E io: Tutto il mondo!
Lei: E quanto è grande tutto il mondo?
E io, aprendo e stendendo letteralmente le braccine più che potevo, risposi: …Un bene grande così!
Mi chiedo che correlazione ci fosse stata tra me e gli autori del brano musicale G. Calabrese e G. Guarnieri; tutti e tre abbiamo avuto lo stesso pensiero a pronunciare le stesse parole, ma a distanza di tempo e a centinaia di chilometri. Convengo che non sia un mistero, bensì che sia solamente quello stesso filo conduttore che lega le persone che amano la mamma a esprimere lo stesso sentimento dell’amore, che non conosce confini temporali e territoriali.
Ora mi rivolgo ai voi, miei cari lettori, e vi dico: Aprite simbolicamente le braccia, più che potete, e congiungete le mani fino a formare un grande girotondo. Ora immaginate che al centro del cerchio ci siano le vostre mamme ad ascoltarvi. Rivolgete loro un caro pensiero e cantate in coro: Mamma, anch’io ti voglio bene … Un bene grande così! È il più bell’augurio che potete fare alle vostre mamme di ieri e di oggi con queste semplici e corpose parole, che sono un inno e un concentrato di amore.
Anna Identici l’ho citata anche nel mio settimo libro “Canti Canzoni Cantanti” commentando, in un capitolo di cinque pagine abbondanti, la sua canzone “Era bello il mio ragazzo”, presentata al Festival di San Remo del 1972. Cosa c’entra questa canzone con la Festa della Mamma? Ecco chiarito l’arcano. Il protagonista del brano, dopo la morte del padre caduto da un’impalcatura di un cantiere edile, sale anche lui su un ponteggio, ma, molto prima di cadere nel vuoto anche lui, consola la mamma, rimasta vedova, con queste parole: “Mamma mia, un giorno sai ti porto via. Via da tutta sta miseria in una casa da signora. Via da questo faticare potrai infine riposare!” Quanto amore e quanta riconoscenza ci sono in queste parole che un figlio rivolge alla sua mamma! La vorrebbe vedere felice e dirle: Anch’io ti voglio bene … un bene grande così!
Un grazie caloroso a tutte le mamme di sempre dall’autore Carmine Scavello