
In attesa dell’8 Marzo …
Questa è una giornata di festa riservata alla Donna per ringraziarla della sua gioiosa presenza e un dovuto ringraziamento al Creatore per averla creata, anche se in un secondo momento. Purtroppo, in questa ricorrenza vengono a galla i tanti casi di femminicidio, che vengono perpetrati in un anno. Si parla di un femminicidio ogni due giorni di media. Per femminicidio si intende l’uccisione di donne solo per il semplice fatto di essere tali e considerate oggetti o esseri inferiori al loro servizio a opera di certi uomini indegni di stare nella società, cinici, crudeli, gelosi e possessivi.
In occasione di questa ricorrenza si regalano spontaneamente – per consuetudine e per omaggio – mazzetti di mimosa alle donne. La scelta di questo tipico fiore è molto azzeccata. Perché si regala la mimosa alle donne? Il motivo è dovuto al fatto che questo fiore rappresenta la luce, che vince il buio della morte, mentre la sua fioritura annuncia la primavera in arrivo ed è pronto a salutare l’inverno.
Le donne, per quest’evento, dovrebbero adornarsi i capelli col fiore di gerbera rossa; il suo colore rosso allude alla forza e al coraggio delle donne per dire agli uomini violenti che non hanno paura di loro e far capire, inoltre, che esse non lottano solo per se stesse, ma anche per tutte le altre maltrattate. La grande Marylin Monroe affermava che: ogni donna merita un uomo che le rovini il rossetto di baci e non i mascara a colpi di pugni. In questa frase c’è tanta poesia che eleva l’amore al suo più alto gradino e mette al bando la crudeltà, ovunque si annidi.
Gli uomini in segno di solidarietà dovrebbero adornarsi di un fiocco bianco per comunicare al mondo – in prima persona – l’impegno a non commettere alcuna violenza sulle donne. Nel contempo, dovrebbero impegnarsi a non tollerare in silenzio che avvengano casi del genere; non girare la testa dall’altra parte in segno di omertà, ma avere il coraggio di denunciare i violenti, se si è venuti a conoscenza dei loro atti ignobili e criminali, come se ogni donna offesa, ferita o uccisa fosse una loro congiunta. Bisogna stare dalla parte giusta della barricata e dare un bel segnale di civiltà all’opinione pubblica, isolando i violenti e rendendoli innocui.
Le donne – oggetto di violenza e di offesa fisica e morale – provano paura, rabbia, imbarazzo, vergogna e si sentono indifese. Invece, hanno bisogno di tanto aiuto, vicinanza morale e solidarietà per essere aiutate a capire che loro non hanno nessuna colpa e che i colpevoli sono solo coloro che usano brutalità nei loro confronti.
Può darsi pure che qualcuna di loro commetta uno sgarbo provocato o involontario; se una donna è libera, però, ha il diritto di sbagliare e di pagarne le conseguenze. Esiste pure il sentimento del perdono, ma se questo è latitante ci sono tanti altri modi di sistemare la faccenda; il più semplice è quello che ognuno prenda la propria strada e la segua, ma non deve ricorrere a gesti estremi di vendetta.
Il messaggio finale che ne deriva è condensato in queste poche parole: uomini e donne, che si stimano e si rispettano, che vivono sotto lo stesso cielo e che spesso sono sulle stesse barche, hanno il diritto/dovere di difendersi dalla violenza e condannare i violenti, per renderli inoffensivi. Angelo Custode pensaci tu!