ALA

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Carmine Scavello ci scrive: Convegno 2022 a Pavia

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Cari amici,

di solito i ringraziamenti si fanno alla fine della lettera, ma io stravolgo la regola e dico subito: grazie ALA per la perfetta organizzazione! Nulla è stato lasciato al caso e, come sempre, tutto è filato liscio come l’olio, grazie all’amore e alla passione che ci mettono i tuoi organizzatori del consiglio.

    Finalmente siete riusciti a organizzare il convegno annuale in presenza: non vedevamo l’ora di salutare i vecchi amici e di trascorrere con loro, serenamente, una bella giornata come ai vecchi tempi. Il periodo di pandemia è stato duro per tutti e, ora che si è aperto questo spiraglio, sarebbe stato un vero peccato non potervi partecipare in massa.

    Il presidente Daniele Roderi ha comunicato che eravamo in 120 e ha dato anche la bella notizia che il numero degli iscritti è aumentato: supera di una buona spanna la quota di 300 soci.

    Nei giorni precedenti l’evento, ho chiesto a degli ex colleghi – normalmente presenti – se fossero venuti al convegno e sono rimasto deluso dalla risposta che ho avuto da qualcuno. Mi è stato detto: che ci vengo a fare! Ho già visitato Pavia e la Certosa in programma, perciò preferisco fare altre cose più interessanti. Gli ho risposto: tu non hai capito lo spirito della partecipazione; si va al convegno per ritrovare l’atmosfera di un tempo e per rievocare i bei momenti vissuti insieme.  

    Ecco il mio pensiero. I luoghi da visitare passano in secondo ordine rispetto alla gioia che si prova nel riabbracciare simbolicamente e salutare calorosamente i vecchi compagni di lavoro con cui abbiamo condiviso un pezzo della nostra storia. Non ho parlato nella lettera volutamente dei luoghi visitati, in quanto sui motori di ricerca si trovano notizie più dettagliate della mia eventuale descrizione. Ora che ci ritroviamo accomunati dalla stessa giornata di festa è bene salutare tutti e presentarsi a coloro con cui abbiamo avuto in comune pochi o nessun rapporto di lavoro: L’azione di chiedere come si chiamano e in quali reparti hanno lavorato è la chiave per rompere il ghiaccio e presentarsi con semplicità e in pena libertà a sua volta a costoro, che abbiamo conosciuto solo di vista e che non abbiamo mai salutato e solo per una forma di riservatezza e di distacco; eravamo circa tremila dipendenti all’inizio, per poi calare piano piano di numero.

    Posso affermare che, col passare del tempo, la memoria non aiuta a ricordare di alcuni i nomi e l’occupazione svolta in azienda, quindi rivolgere loro un cordiale saluto è il mezzo che ci consente di riallacciare i rapporti vecchi e di crearne dei nuovi. È in questi contatti umani e amichevoli che bisogna ricercare lo spirito che ci accumuna nell’associazione e che ci fa sentire membri di un unico gruppo solidale senza scopi di lucro.

    Apro una piccola parentesi. Quando eravamo in attività per lo stesso logo, si creavano, purtroppo, momenti di astio, di incomprensioni, di gelosie e di antipatie; ora che il tempo ci ha messo un velo sopra, sarebbe l’occasione giusta di porre fine a quei rancori e stringersi la mano da buoni amici e dare un calcio a quel passato. Dico ciò – sottovoce per una forma di riservatezza – perché più di una volta, durante precedenti convegni, ho assistito a scene antipatiche di persone che si evitavano volutamente e io sapevo – personalmente o da fonti sicure – che erano in rotta da tempo per liti e questioni mai chiarite. Hanno lasciato l’azienda portandosi dietro il rancore: il convegno annuale è il momento giusto di usare l’intelligenza per vincere i risentimenti, metterci una pietra sopra e far prevalere l’amore sull’odio. Siamo quasi tutti pensionati e la vita ci ha livellati!

    Quando mi sono iscritto al convegno, mi sono tornati in mente alcuni vecchi amici, che sono saliti in cielo prematuramente durante la pandemia. Così, ho pregato per la loro anima e me ne sono fatta una ragione per non poterli più incontrare durante il convegno. Più di un tavolo, precostituito per consuetudine da anni, d’ora in poi, avrà un posto vuoto simbolicamente.

    Torno alla visita guidata. Rivedere i luoghi proposti per la visita guidata non è mai la stessa cosa: essi non cambiano mai, siamo noi che col tempo cambiamo le nostre emozioni, i nostri sentimenti e il modo di pensare, di agire e di comportarci. Basta una guida nuova o la compagnia diversa per creare nuove situazioni e vedere i luoghi artistici sotto un altro aspetto. I giorni non sono tutti uguali per sentire le stesse sensazioni. Raccomando ai soci di intervenire numerosi ai prossimi convegni annuali, qualunque siano i luoghi che l’ALA ci proporrà: l’importante è partecipare; il resto è tutto cornice alla giornata di festa collettiva.

Buona vita e un caro saluto dall’autore Carmine Scavello.

 Ah, se volete leggere altri commenti di convegni precedenti, basta scrivere su Google “Carmine Scavello le sue storie “e fate scorrere. Vi si aprirà davanti gli occhi, come per magia, un mare di parole; navigate dolcemente su questo mare e fermatevi in un porto qualunque a leggere una sua storia. In qualunque momento ci saranno altri porti in cui fermarvi e altre storie interessanti di vario argomento da leggere e rileggere: c’è solo l’imbarazzo della scelta! Provare per credere. Non ho mai illuso e deluso nessuno; chi mi ha conosciuto come autore non mi ha più abbandonato e non lo dico per superbia, ma per realtà dei fatti.

 Nella stessa pagina di Google mi conoscerete sotto la veste di autore di otto libri già pubblicati e vi anticipo che altri libri sono già pronti per vedere la luce nei prossimi anni. Se volete avere in mano qualcosa di più sostanzioso, leggete uno dei miei libri e non vi pentirete della scelta. Potrebbero essere un’ottima idea regalo che farà felici voi che donate e il fortunato ricevente.

Contatti: mail carminescavello@yahoo.it ; Facebook