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Carmine Scavello, il suo nuovo libro : “La parola ai pregi e ai difetti umani”

Dopo la pubblicazione dell’opera “Canti, canzoni, cantanti” con questa casa editrice, Carmine Scavello ci propone “La parola ai pregi e ai difetti umani”. Ritroviamo la sua penna dal tono colloquiale che abbiamo imparato a conoscere e apprezzare. L’autore ci accompagna in questa passeggiata lungo i comportamenti dell’essere umano, nel bene e nel male.

E così scatta un processo di identificazione, sia per quanto riguarda noi stessi, sia relativamente a chi abbiamo incontrato sulla nostra strada.

Il tutto condito da storielle che Carmine Scavello estrae dal cappello della sua esperienza di vita, per dare colore all’analisi che ci propone di pregi e difetti che fanno parte della vita di ognuno di noi.

Un’analisi a trecentosessanta gradi sulle cadute comportamentali o su esempi di integrità morale. Il tutto condito da citazioni e proverbi ad hoc. Un’opera popolare nel senso buono del termine. A proposito di aneddoti, mi ha colpito questo che riassume, secondo me, la filosofia dell’autore:

Il mio maestro mi raccontò un aneddoto che ha fatto storia. Fu chiesto agli alunni cosa volessero essere da grandi. Ognuno rispose di voler svolgere una professione, tranne Vito che disse di volere essere felice. Il suo maestro gli disse che non aveva capito il compito, Vito rispose che lui non aveva capito la vita. Carmine Scavello la vita l’ha capita eccome e la vive con la saggezza e umiltà che ci lasciano un retrogusto di buono.

 Ho voluto fare qualche domanda a Carmine, a proposito di quest’opera. Una chiacchierata breve e affettuosa. «Com’è nata l’idea di scrivere un’opera di questo genere?»

«Mi sono cimentato in questa opera letteraria per far leva sull’osservazione della realtà della vita corrente e dei tanti fatti e argomentazioni che mi hanno interessato direttamente e indirettamente come attore e spettatore del teatro della vita.»

«È stato difficile, essendo uomo tu stesso, guardare da fuori – diciamo così – pregi e difetti che appartengono a tutti noi?»

«Non ho incontrato grandi difficoltà: è bastato togliere la polvere dall’archivio cerebrale e portare alla luce tutte quelle nozioni e situazioni che ho accumulato nel tempo.»

«Qualcuno potrebbe pensare che tu voglia assumere un ruolo di educatore. Che cosa gli risponderesti?» «Non voglio assumere il ruolo di maestro, che non mi compete; ho voluto scrivere solo ciò che mi è venuto in mente e, poi, trasformarmi in lettore.»

«Se interpreto bene il tuo pensiero, questa opera vuole essere un libro sulla Vita, ma anche un modo per riflettere e osservare noi stessi, per poi cercare di migliorarci…» «Vivere è un mestiere e il risultato è il nostro vissuto; che sia un capolavoro o un obbrobrio dipende da quanto amore e impegno mettiamo in quello che facciamo. Non abbiamo un’altra opportunità, quindi è bene pensare prima alle nostre scelte. La vita non è un’opera teatrale che prima di metterla in scena puoi fare le prove, no, si vive improvvisando cercando di non fare errori.

Il saggio consiglia che il segreto di una buona vita dipende principalmente da quattro “bene” al posto giusto: interpretare bene, fare bene, agire bene, volere bene. I pregi si devono migliorare, mentre i difetti si possono correggere; in entrambi i casi ci vuole impegno e amor proprio per fare un gioiello della nostra personalità.»

Credo che l’opera di Carmine Scavello sia un inno alla Vita e a come cercare di viverla al meglio, con rispetto di sé e degli altri.

Mi viene da dire: è un sognatore?  Forse sì. Ma mi piace. Stefania Convalle

(contatti: Facebook; email carminescavello#@yahoo.it; tel. 349 2980359)